Convegno Cei: mons. Santoro, annuncio di “speranza reale” e “impegno nella realtà quotidiana”

Migranti, adulti e bambini costretti a fuggire da guerre e violenze, bambini oggetto di scambio, giovani donne costrette a prostituirsi, giovani in cerca di lavoro, anziani parcheggiati e soli nella loro malattia, lotta tra difesa del lavoro e difesa dell’ambiente. “L’elenco sarebbe lunghissimo. Nelle nostre associazioni, noi dobbiamo abitare questi luoghi di contraddizione per poter venire incontro come il buon samaritano.” Esordisce così monsignor Filippo Santoro, arcivescovo di Taranto e presidente della Commissione episcopale per i problemi sociali e il lavoro, giustizia e pace della Cei, intervenendo ad “Abitare l’evangelizzazione del sociale. La presenza del presbitero nelle associazioni che si ispirano alla Dottrina sociale della Chiesa”, primo convegno nazionale per presbiteri in servizio pastorale nelle aggregazioni dei laici, promosso oggi a Roma dall’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei. Mons. Santoro sottolinea la “funzione educativa” della Chiesa “nei confronti dei laici che è richiamarli ad una vera laicità”. Il Papa, parlando dell’America latina, ha detto “è l’ora dei laici ma sembra che l’orologio si sia fermato” per “mettere in guardia dal clericalismo che non solo annulla la personalità dei cristiani ma tende a sminuire la grazia battesimale”. Due, secondo l’arcivescovo, i punti essenziali su cui concentrarsi: “L’annuncio di Cristo come speranza di vita e l’impegno laicale nel mondo politico, sociale ed economico”. “Dobbiamo rendere possibile ai nostri laici l’incontro con il Signore” senza “ridurli a mera manovalanza” e quanto più forte è l’esperienza dell’incontro con il Signore, “tanto più questa ha un riflesso nell’economia perché porterà i laici ad impegnarsi nella società”.

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