Convegno Cei: don Santangelo (Unpsl), “essere un’associazione in uscita”

“Essere un’associazione in uscita dalla retorica, dai luoghi comuni, dal politicamente corretto”. Questa la provocazione lanciata da don Domenico Santangelo, aiutante di studio dell’Ufficio nazionale per i problemi sociali e il lavoro della Cei, introducendo questa mattina i lavori del primo convegno nazionale per presbiteri in servizio pastorale nelle aggregazioni dei laici, promosso a Roma dal suddetto Ufficio con gli assistenti ecclesiastici nazionali su “Abitare l’evangelizzazione del sociale. La presenza del presbitero nelle associazioni che si ispirano alla Dottrina sociale della Chiesa”. “Come il presbitero è chiamato ad abitare le associazioni? Quale contributo reca la sua presenza ai fini dell’evangelizzazione del sociale?”, si è chiesto don Santangelo. “Partendo dal magistero di Francesco e dall’Anno della misericordia – ha spiegato – occorre progettare insieme il cammino che si sta facendo in ognuna delle nostre associazioni dopo il convegno di Firenze dove il Papa ha affermato che occorre rilanciare nei nostri contesti associativi l’Evangelii gaudium per trarre da essa criteri pratici e suggerimenti per rilanciare un nuovo dinamismo missionario e generare percorsi di cittadinanza responsabile”. Da qui le domande al centro dei lavori. “Come le associazioni, alla luce del convegno di Firenze, abitano luoghi e relazioni per formare cristiani adulti nella fede e generare percorsi di cittadinanza? Come rinnovare il carisma associativo costruendo bene comune dei territori? Cosa chiedono alle Chiese? Come costruire un percorso progettuale comune tra diocesi e associazioni?”. Associazioni diverse che però “si ritrovano nel patrimonio comune della dottrina sociale della Chiesa”. Come linea progettuale di riferimento, “ciò che il Papa ha detto il 10 novembre a Firenze: umiltà, disinteresse, beatitudine, tre tratti che dicono qualcosa anche alle associazioni per camminare insieme in un cammino di sinodalità”. Di qui, richiamando le parole di Francesco: “Preferisco una Chiesa incidentata”, l’auspicio di “associazioni incidentate”.

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