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Cardinale Sandri: a Santuario Monte Nebo, no a “chi preserva mercati e profitti, invece che salvare vite innocenti di donne e bambini”

Una preghiera perché “le giovani generazioni di questo amato Medio Oriente” possano “essere accompagnate sulla soglia di un’esistenza di pace nei loro Paesi, nella convivenza pacifica tra le religioni e le culture in una gara reciproca alla carità e alla costruzione del bene comune, e mai più alla violenza, alla sopraffazione e alla negazione della libertà fondamentale a professare liberamente la propria fede”. L’ha rivolta ieri pomeriggio il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese orientali, nell’omelia del solenne pontificale per la riapertura del Santuario-Memoriale di Mosè al Monte Nebo in Giordania. “Se come Mosè distendiamo il nostro sguardo su tutta la terra circostante – ha detto il cardinale, inviato speciale di Papa Francesco per le celebrazioni della riapertura del Santuario – siamo consapevoli delle divisioni e delle controtestimonianze; dei conflitti che da decenni mettono di fronte un popolo contro un altro popolo; del grido di coloro che fuggono dalla guerra e della persecuzione nella Siria e nell’Iraq, e trovano rifugio nella terra giordana; della sordità di alcuni coloro che hanno in mano le sorti dei popoli e della Nazioni, e preferiscono preservare i mercati e i profitti, invece che salvare le vite innocenti delle donne e dei bambini; sul peccato di chi bestemmia il nome di Dio usando violenza contro i propri fratelli in umanità”. “Tanto è grande – l’esclamazione del porporato – il mistero del male!”. Per Sandri, “la prima forma per sconfiggerlo è lasciare che Dio lo vinca in noi e per noi! Che questo Santuario, che viene riaperto nell’Anno Santo della Misericordia, rimanga un luogo in cui i pellegrini siano educati a farne concreta esperienza”.

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