Nuovi nazionalismi: mons. Hocevar (Belgrado), no a “muri” e “fili spinati”, non restare “sui nostri divani”

“Siamo realmente andati a tutti i popoli o ci siamo fermati sui nostri divani, come direbbe Papa Francesco?”. Con queste parole monsignor Stanislav Hocevar, arcivescovo di Belgrado, ha sollecitato un “esame di coscienza” sull’azione della Chiesa nel nostro Continente. Intervenendo al convegno promosso oggi a Roma dall’Azione Cattolica Italiana su “Il diritto internazionale alla prova dei nuovi nazionalismi”, il vescovo ha affermato: “Dobbiamo in modo speciale esaminare la nostra coscienza noi religiosi e religiose, che siamo pionieri della trasformazione dell’Europa”. E si è chiesto: “Stiamo ancora sempre studiando primariamente le nostre Costituzioni e approvandole ‘ad experimentum’? Dove sono, poi, i frutti del dialogo ecumenico e del dialogo interreligioso?”. “Possiamo risolvere la complessa realtà di questo momento storico soltanto tutti insieme e non i singoli Stati, o le singole istituzioni”, la tesi del presule, secondo il quale “lasciare questo problema ai singoli è un grande peccato verso il Creatore, verso la sua legge, che ci ha unito in una sola famiglia! Nessuno può salvare se stesso se non salva anche il prossimo suo!”. “Sarebbe, poi, un problema ancora più grande – ha ammonito l’arcivescovo di Belgrado – se i cristiani diventassero contenti e felici mentre i politici costruiscono i muri o mettono attorno a se i fili spinati”. “La nostra Chiesa Cattolica è universale”, ha ricordato Hocevar: ” Senza il nostro camino cristiano, il camino dell’umanità non potrà arrivare alla meta giusta”. L’Azione Cattolica, da parte sua, “è chiamata ad inviare un processo di scambio tra le diverse conferenze episcopali; tra le diverse chiese cristiane e le comunità religiose per cercare le vie giuste”.

 

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