Giovani e casa: Sampaolo (Censis), “è il quartiere a creare senso di appartenenza”

I Millennials vedono la casa quasi solo come un tetto, senza legarla necessariamente all’idea di coppia o di famiglia; il senso di appartenenza non nasce dalla casa ma dalla zona prescelta; dimostrano una sostanziale preferenza per la proprietà, pur nella precarietà delle situazioni lavorative e logistiche, e associano l’affitto, almeno mentalmente, a uno spreco di denaro. Su di loro pesa in maniera determinante il fattore incertezza e la sensazione di “essere in ritardo” rispetto ai propri genitori sulle tappe della vita. E’ quanto emerge da alcuni focus group realizzati con 35 giovani in quattro città: Milano, Bologna, Roma e Bari, dal Censis e da Nomisma nell’ambito della ricerca su giovani e casa, presentata oggi a Roma. “Oltre al prezzo – spiega Stefano Sampaolo (Censis) – il principale criterio di scelta è la posizione nel contesto urbano in rapporto alla rete del trasporto pubblico”. Sui criteri di preferenza sono emerse alcune specificità legate alle singole città: a Roma, dove la grande dimensione urbana crea disorientamento, in molti hanno accennato all’importanza della dimensione del quartiere, che crea senso di appartenenza. A Milano è emersa la “scala della metropoli: c’è chi pendola da altro comune grazie ad una rete di trasporto regionale che pur con dei limiti, funziona ed anche in relazione ad una buona efficienza del sistema di trasporto su ferro urbano”. A Bologna invece, città di dimensioni contenute e di buona qualità dei servizi, la questione posizionale è meno forte, mentre a Bari l’esigenza principale è abitare al centro della città.

 

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