Anziani: Comunità di Sant’Egidio, dopo condanna casa di Cura di Aprilia per omicidio volontario non cali il silenzio

“La Comunità di Sant’Egidio, da sempre vicina, in Italia e in tutto il mondo, alla popolazione anziana, con numerosi programmi di inclusione sociale e solidarietà, invita a non lasciar cadere sotto silenzio la sentenza di condanna per omicidio volontario prescritta al gestore della casa di cura Villa Sant’Andrea di Aprilia e a tre infermiere per la morte di Elisabetta Pinna, 85 anni, abbandonata nella residenza senza cure mediche e senza cibo a sufficienza”. Lo si legge in una nota diffusa oggi. Da anni “la Comunità segnala la gravità di situazioni simili, che si verificano in tali strutture dove anziani completamente abbandonati, malnutriti e privi di assistenza, vanno spesso incontro ad una morte anticipata e dolorosa, nell’anonimato e nell’indifferenza”.
Recentemente “la Comunità ha reso noto che negli istituti la mortalità annua tra gli ospiti è doppia rispetto a chi vive nel suo domicilio e che, nelle stesse strutture, la percentuale degli anziani malnutriti è da 2 a 5 volte superiore. Restare a casa propria, con la dovuta assistenza, è garanzia di salute e di qualità della vita, anche ad un’età molto avanzata ed in condizione di fragilità. È quindi urgente avviare un programma di aiuti che lo permetta”. “Ci auguriamo – dicono alla Comunità di Sant’Egidio – che la sentenza di condanna pronunciata contro i gestori della casa di cura di Aprilia, apra la strada in tutta Italia a un senso di maggiore civiltà e rispetto per questa categoria di cittadini, che è tra le più deboli del nostro Paese”.

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