Papa in Georgia: Messa nello stadio M. Meskhi, la Chiesa è “casa della consolazione”

“Ricevere e portare la consolazione di Dio: questa missione della Chiesa è urgente”. Lo ha detto papa Francesco nella omelia pronunciata oggi nello stadio M. Meskhi dove nel suo secondo giorno in terra georgiana ha incontrato la piccola comunità cattolica, un “popolo” di appena 100mila persone, pari al 2,5% di tutta la popolazione georgiana di maggioranza ortodossa. In una giornata di sole pieno, allo stadio è presente tutta la realtà della Chiesa cattolica. Tra gli spalti si notano i religiosi e le religiose di vari ordini che lavorano in varie opere e strutture nate fin dai tempi del comunismo in aiuto alla popolazione più povera del Paese. “Cari fratelli e sorelle – ha detto il Papa – sentiamoci chiamati a questo: non a fossilizzarci in ciò che non va attorno a noi o a rattristarci per qualche disarmonia che vediamo tra di noi. Non fa bene abituarsi a un ‘microclima’ ecclesiale chiuso; ci fa bene condividere orizzonti ampi e orizzonti aperti di speranza, vivendo il coraggio umile di aprire le porte e uscire da noi stessi”.
“Nella Chiesa si trova consolazione”, ha detto Francesco, e la Chiesa è “casa della consolazione: qui Dio desidera consolare. Possiamo chiederci: io, che sto nella Chiesa, sono portatore della consolazione di Dio? So accogliere l’altro come ospite e consolare chi vedo stanco e deluso? Pur quando subisce afflizioni e chiusure, il cristiano è sempre chiamato a infondere speranza a chi è rassegnato, a rianimare chi è sfiduciato, a portare la luce di Gesù, il calore della sua presenza, il ristoro del suo perdono. Tanti soffrono, sperimentano prove e ingiustizie, vivono nell’inquietudine. C’è bisogno dell’unzione del cuore, di questa consolazione del Signore che non toglie i problemi, ma dona la forza dell’amore, che sa portare il dolore in pace”.

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