Papa in Georgia: il saluto di mons. Pasotto, “vogliamo essere gente che crede nelle parole di Gesù, che tutti siano uno”

“Vogliamo scrivere in questo posto con delle lettere quello che vogliamo che rimanga come desiderio nei nostri cuori, vogliamo essere gente che crede nelle parole di Gesù, che tutti siano uno”. Lo ha detto mons. Giuseppe Passoto, amministratore apostolico del Caucaso, al Santo Padre al termine della Santa Messa a Meskhi. “Oggi, qui assieme con Lei – ha detto il vescovo -, cogliamo in modo particolare la bellezza e la grandezza dell’essere Chiesa di Cristo, popolo di Dio, comunità di fratelli immersi nell’unico Battesimo, al di là delle nostre divisioni, frutto di prospettive limitate ed egoistiche e della fatica che tutti facciamo a riconoscere, nella diversità delle esperienze, una nostra grande ricchezza. L’unico Pane e l’unico Calice sono la chiamata visibile all’unità che l’Eucaristia ci rivolge ‘perché tutti siano uno’”.
“Grazie, Santo Padre! – ha quindi aggiunto mons. Pasotto, parlando in georgiano -. Siamo grati a Dio per il Suo ministero, perché Lei ci spinge sempre a volare in alto, indicandoci, come ha fatto anche oggi, mete esigenti e ‘controcorrente’, ma che nel cuore tutti sentiamo entusiasmanti, perché vere ed evangeliche. Grazie, però, perché ci fa tenere anche i piedi per terra, ricordandoci la pazienza che bisogna avere nel percorrere la strada difficile della vita e la ricchezza che c’è in ogni volto che incontriamo, specialmente se è il volto di una persona sola, povera, ammalata o rifiutata. La storia racchiude il Vangelo che Dio continua a scrivere oggi per noi, ma spesso non sappiamo come fare a leggerlo: grazie per il Suo prezioso aiuto. Deponiamo nel Suo cuore il nostro impegno ad annunciare la gioia del Vangelo come costruttori di pace, di unità e di giustizia. Ci sostenga con la Sua preghiera”.

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