Tanzania: Gratuita e per tutti, il governo riparte dalla scuola

“L’istruzione non serve a fuggire dalla povertà, è un modo per combatterla”, diceva Julius Nyerere, padre fondatore della Tanzania. Il primo capo di Stato del Paese era stato un insegnante prima di dedicarsi alla politica, come il suo attuale successore, John Pombe Magufuli, che ha fatto della scuola gratuita una delle sue principali promesse elettorali. Le tasse e altri contributi straordinari richiesti dagli istituti, infatti pesano molto nel ridurre la percentuale di frequenza nelle scuole dall’80% medio dei corsi primari a circa il 25% in quelli secondari. Per questo il governo ha stabilito che le scuole statali, dal prossimo anno, siano gratuite e che i costi di quelle private debbano ricevere l’approvazione delle autorità. La necessità di un’istruzione gratuita è da anni preoccupazione anche della Chiesa, tanto che il nunzio apostolico, monsignor Francisco Padilla, aveva chiesto già nel 2013 di “non negare l’istruzione agli studenti che arrivano da famiglie povere”. E proprio la scuola, insieme con la sanità, sarà tra i settori che riceveranno i fondi risparmiati grazie ai primi tagli annunciati da Magufuli ai costi della politica. Investimenti necessari soprattutto per il personale: solo nel settore delle scienze, sono 27.000 i docenti che mancano alla Tanzania.

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