Terra Santa: mons. Abou Khazen (Aleppo), “padre Azziz provato ma è stato trattato bene dai rapitori”

“Sta bene e ha bisogno di riposo perché è molto provato. Durante i giorni di prigionia dice di essere stato trattato bene da chi lo deteneva”. È la testimonianza di padre Dhiya Azziz, frate della Custodia di Terra Santa, parroco del villaggio siriano di Yacoubieh, rapito il 23 dicembre scorso in Siria e liberato ieri sera, raccolta dal vicario apostolico di Aleppo dei Latini, monsignor Georges Abou Khazen. “Ho sentito padre Azziz – spiega – è esausto ma felice. La sua liberazione è stata per noi una benedizione, una grazia di Dio”. Un giorno felice per i frati della Custodia ma anche per i bambini di Aleppo: “Ieri qui è caduta la neve e molti hanno giocato con i fiocchi. È stato un piccolo regalo che è servito anche a distoglierli dalle nefandezze della guerra in corso. Ora ci attende la festa dell’Epifania che celebreremo con il cuore colmo di gioia nella speranza di avere la pace per tutto il Paese”. La notizia della liberazione di padre Dhiya Azziz è giunta ieri sera. Non si conoscono al momento dettagli sui 12 giorni di prigionia che ha dovuto affrontare, quale fazione armata lo abbia preso in ostaggio, dove e come sia stato nascosto. Quello che si sa, riferisce una breve nota della Custodia di Terra Santa, è che è libero e in buone condizioni di salute. Padre Dhiya, che è di origini irachene, era stato rapito mentre rientrava a Yacoubieh l’antivigilia di Natale. Proveniva da un viaggio in Turchia, dove si era recato per far visita ai suoi familiari (profughi in fuga dalla città irachena di Karakosh dopo l’avanzata delle colonne del sedicente Stato islamico). È la seconda volta in pochi mesi che il sacerdote subisce un rapimento. La prima fu nel luglio scorso, ma fra Dhiya in quell’occasione riuscì a fuggire dalle mani dei suoi rapitori dopo pochi giorni. La Custodia di Terra Santa “ringrazia tutti coloro che hanno contribuito alla liberazione di fra Dhiya”.

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