Rifugiati: Commissione Ue, punto della situazione sugli hotspot. Sei in Italia, tre in Grecia

Rifugiati mediorientali all'hotspot di Lesbo

(Bruxelles) – Sei hotspot, o “punti di crisi”, in Italia, tre effettivamente funzionanti in Grecia, più altri due individuati. La Commissione europea fa oggi il punto sullo stato di avanzamento delle misure per far fronte all’emergenza-rifugiati, mentre alcuni Paesi, come Svezia e Danimarca, tornano a ripristinare i controlli alle frontiere, mettendo di fatto in pericolo il sistema-Schengen. Nel testo si legge: Per la strategia e la credibilità dell’Ue è cruciale dimostrare che il sistema migratorio può tornare a funzionare correttamente, in particolare ricorrendo a squadre di sostegno per la gestione della migrazione operative nei punti di crisi per aiutare gli Stati membri che subiscono la pressione più intensa a far fronte ai loro obblighi e alle loro responsabilità”. Le squadre di sostegno, a loro volta, “hanno bisogno per operare di un forte nucleo di agenzie dell’Unione, di una stretta cooperazione con le autorità italiane e greche e del sostegno di altri Stati membri”. Concretamente la Commissione indica, alla data odierna, i sei hotspot italiani, ossia: Lampedusa (650 posti come “capacità recettiva totale”), Pozzallo (300), Porto Empedocle (300), Augusta (300), Taranto (300), Trapani (400). Frontex ed Easo (Ufficio europeo di sostegno per l’asilo) forniscono personale e consulenze in 4 dei 6 casi (sono al momento esclusi Porto Empedocle e Augusta). In Grecia gli hotspot sono a Lesvos (l’isola di Lesbo ha due punti crisi con, rispettivamente, 780 e 700 posti), Chios (110) e Samos (250). Negli hotspot greci la presenza di personale Frontex è maggiore rispetto a quelli italiani.

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