Centro Astalli: “respingimenti e chiusura delle frontiere violazioni gravissime”

“Respingimenti, chiusura delle frontiere, traffico di essere umani rappresentano violazioni gravissime di trattati e di convenzioni in vigore nell’Ue e nei singoli Stati”, denuncia oggi il Centro Astalli, che esprime “seria preoccupazione per la reazione scomposta e securitaria che molti Paesi europei stanno adottando per far fronte in modo arbitrario e deleterio al flusso migratorio di queste settimane”, ricordando  le misure adottate negli ultimi giorni da alcuni governi: “In Svezia previsti rimpatri per 80mila richiedenti asilo. Il Regno Unito non farà entrare i minori non accompagnati se sono transitati per un altro Paese europeo. L’Olanda annuncia treni per rimandare in Turchia i rifugiati in eccesso. La Danimarca ieri ha approvato il sequestro dei beni per i richiedenti asilo. La Svizzera decide di tassare gli stipendi dei rifugiati del 10% per 10 anni. Sei Paesi Ue sospendono Schengen e ripristinano controlli alle frontiere interne, oltre a Danimarca e Svezia anche Norvegia, Austria, Germania e Francia rinnegano così l’idea su cui si fonda l’Unione europea”.  “Non c’è più alcuna forma di governo del fenomeno a livello europeo – commenta padre Camillo Ripamonti, presidente del Centro Astalli -. Oggi constatiamo che l’Unione europea non è in grado di imporre nulla agli Stati e allora perché continuare a tenere in vita convenzioni come quella di Dublino? Stanno adottando misure gravemente irrazionali che non freneranno i flussi migratori e i cui costi economici verosimilmente saranno maggiori di qualunque ipotetico vantaggio”.

“Tali reazioni muscolari – sottolinea – sono il frutto dell’incapacità di gestire un fenomeno prevedibile da tempo. Non trovano fondamento in null’altro che non sia l’incapacità di far fronte comune su una situazione che, dati i numeri, sarebbe governabile. Si continua a usare la forza con i più deboli ma su questioni serie si rimane fermi e incapaci di reagire. Non si può affrontare il fenomeno delle migrazioni con provvedimenti e leggi estemporanee che si basano sul mito del consenso popolare”. Il Centro Astalli torna a ribadire con urgenza “un approccio organico e strutturale basato su trattati e convenzioni esistenti ma che deliberatamente non trovano applicazione, come la direttiva 55/2011 sulla protezione temporanea e gli strumenti che questa prevede . Si eviterebbero così migliaia di vittime dei viaggi e un allarmante aumento di razzismo e xenofobia da parte della società civile”. “La Convenzione di Ginevra per i rifugiati – conclude Ripamonti – è nata dalle macerie della seconda guerra mondiale, dall’abominio dei campi di sterminio, dall’idea che l’umanità non avrebbe mai rivissuto l’orrore. Stiamo commettendo gli stessi errori”.

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