Giornata della Memoria: monsignor Matteo Zuppi (Bologna), non spegnere “quel grido”

“Che questo Memoriale non sia monumento che spegne quel grido, o lo relega nel passato, ma sentinella che non lascia dormire a nessuno il sonno dell’indifferenza e della complicità con le tenebre del male”. È l’auspicio di monsignor Matteo Zuppi, arcivescovo di Bologna, per la Giornata della Memoria. “La categoria di Memoriale – ricorda il presule nel messaggio alla diocesi, inviato da Roma, dove si trova per partecipare al Consiglio permanente della Cei – ha una pretesa alta: quella cioè di rendere contemporaneo ciò che è accaduto, per aiutare a riviverlo personalmente e comunitariamente. Grazie al Memoriale ciascuno – ritrovandosi come contemporaneo all’evento evocato – può prendere posizione e scoprire da che parte si trova effettivamente, e decidere dove vuole stare”. “La comunità cattolica bolognese, unita fraternamente alla comunità ebraica – si legge ancora nel messaggio –  sosta con profondo rispetto e sincero dolore davanti a questo Memoriale della Shoah, ne condivide pienamente le motivazioni, incoraggia lo spirito inclusivo che ogni memoriale esprime, di intima solidarietà con tutti i genocidi di ieri e di oggi e con tutte le vittime della violenza”. “La Chiesa di Bologna chiede alla città di continuare a fare memoria, anzi di intensificarla”, l’invito del vescovo, che ricorda come “la deportazione e lo sterminio di una parte considerevole della comunità ebraica bolognese coinvolse direttamente la nostra città nel dramma della Shoah; quella ferita deve continuare a farci male e a interpellarci”. Di qui l’auspicio di “poterci unire di nuovo alla comunità ebraica per fare pubblica memoria della deportazione dei nostri concittadini ebrei iniziata nel novembre del 1943”.

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