Depressione: Fagiolini (Univ. Siena), “gli anziani si tolgono la vita in misura doppia rispetto ai giovani”

Le persone anziane con depressione sono più spesso bersaglio di infarto (succede dal 30 al 60%), malattie coronariche (sino al 44% dei soggetti), cancro (sino al 40%) e alle forme di demenza, come Alzheimer e Parkinson (circa il 40%). Sono questi alcuni dati emersi questa mattina durante la conferenza internazionale “Depression: State of the Art 2016”, in corso alla Casina Pio IV all’interno della Città del Vaticano, promossa dalla Pontificia Accademia delle Scienze con l’obiettivo di diffondere delle conoscenze che possano migliorare il progresso scientifico e la vita delle persone. Nonostante il quadro critico che riguarda la fascia della terza età, spesso la flessione dell’umore prolungata negli anziani non viene rilevata dai medici e associata a quel decadimento mentale che si considera fisiologico. “Gli anziani si tolgono la vita in misura doppia rispetto ai pazienti giovani – spiega Andrea Fagiolini, docente di psichiatria dell’Università di Siena -, e molti suicidi non vengono nemmeno riconosciuti come tali”. Non è solo la solitudine che avvolge la persona anziana ma anche una scarsa educazione alla attenzione dei sintomi da parte dei medici a sottovalutare il problema. “Fino a dieci anni fa – aggiunge Fagiolini – i medici non consideravano la depressione come malattia. Eppure nei pazienti anziani anche individuare i sintomi più lievi può evitare di incorrere nelle malattie più invalidanti”.

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