Cardinale Bagnasco: sul territorio “non si notano ancora” le “ricadute” della ripresa economica

“Siamo quotidianamente testimoni che, nelle nostre parrocchie e comunità, le ricadute sul piano concreto” della ripresa complessiva dell’economia “non si notano ancora”. Lo ha ribadito il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, aprendo oggi pomeriggio il Consiglio episcopale permanente. Il cardinale ne ha parlato, spiegando che “in quanto cittadini e Pastori sentiamo il dovere di esprimere alcune meditate considerazioni sul momento storico che la nostra società sta attraversando. Ogni nostra parola, come sempre, vuole essere rispettosa dei ruoli, e ha lo scopo di contribuire alla difficile costruzione del bene comune: nasce dall’amore per il nostro Paese e dalla missione di servire anche dando voce alle preoccupazioni della gente comune, accanto alla quale abbiamo la grazia di vivere”. Per questo, ha detto, “condividiamo l’umiliazione di giovani che bussano invano alla porta del lavoro e, quindi, non riescono a farsi una famiglia; sentiamo la sofferenza – non di rado sul filo dello scoraggiamento e della resa – di adulti che, dopo aver perso l’occupazione, da anni resistono grazie a lavori occasionali o alla provvidenza dei nonni. Veramente chi non ha lavoro sente di perdere anche la propria dignità! A costoro – che sono folla – diciamo sommessamente di non arrendersi, che la Chiesa è vicina; che insieme cerchiamo strade non solo di immediato sostegno, ma anche di nuove opportunità lavorative”. Al riguardo, il cardinale ha ricordato che “gli sforzi che la comunità cristiana compie, e che negli ultimi anni si sono giustamente moltiplicati, sono grandi; ma siamo coscienti dei limiti e dei compiti che abbiamo, consapevoli che la prima responsabilità di creare lavoro e occupazione è altrove”. Comunque sia, ha assicurato, “continueremo a tentare ogni via che l’amore a Cristo e alla gente ci suggerisce possibile, alla luce della misericordia e delle sue opere”. Bagnasco ha quindi segnalato “una contrazione preoccupante a diversi livelli, con indigenti di ogni tipo: bambini e anziani, donne e uomini”. Purtroppo – “e non è una sorpresa” – “aumentano anche il disagio psico-relazionale e gli stati ansiosi dovuti alla preoccupazione per il futuro dei figli, e ciò accresce le difficoltà nei rapporti familiari, nonché nella possibilità di trovare e di tenere il lavoro”.

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