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“È necessario sollecitare una nuova politica migratoria in Europa, affinché i Paesi dell’Unione non si chiudano, limitando la libera circolazione e riducendo l’impegno condiviso dell’accoglienza”. Lo ha sottolineato il cardinale Angelo Bagnasco, presidente della Cei, aprendo oggi pomeriggio il Consiglio episcopale permanente. I vescovi, ha detto, sono “interpellati da migranti e perseguitati”. Ed ha spiegato: “Davanti alle tragedie umane, che si consumano quotidianamente nella vita di questi fratelli, nessuno può rassegnarsi a una cultura dell’indifferenza. Sembra anche che vi sia una singolare differenza di reazione emotiva e politica rispetto a morti e vittime, quasi che la loro dignità dipendesse da classi o caste diverse a seconda dei Paesi di provenienza!”. Per il cardinale: “L’Europa e l’Onu devono farsi carico della responsabilità d’individuare e consolidare soluzioni che vadano alla radice di situazioni, che gettano un’ombra pesante sulla stessa civiltà”. Da qui l’invito a “comunità ecclesiali”, “mondo dell’associazionismo e della cooperazione”, a fare in modo che “i molteplici segni di accoglienza in atto sollecitino la politica locale e nazionale”. Ad oggi, ha detto Bagnasco, “sono oltre 27mila coloro che sono ospitati nelle nostre strutture, anche in risposta all’appello del Santo Padre dello scorso 6 settembre”. Comunque sia, ha concluso, “è necessario superare soluzioni affidate solo alla generosità di singoli e di organismi, favorendo un’accoglienza diffusa”.