Unioni civili: Morresi (Cnb), maternità surrogata permette “la compravendita di bambini nati”

“Siamo di fronte a una rivoluzione antropologica enorme. Fino a pochi anni fa si era genitori per sempre. Attualmente si può divorziare dalla moglie o dal marito ma nessuno avrebbe mai potuto dire: ‘Non sei più mio figlio’. Invece oggi, con la maternità surrogata, ci si aprono davanti nuovi scenari perché se tende a scomparire il legame fisico – non si è più genitori perché si è generato ma per contratto – chi ha detto che questo contratto debba essere stipulato solo da due persone e non da più persone? E se si volesse sciogliere il contratto?”. Assuntina Morresi, componente del Comitato nazionale di bioetica (Cnb), ha posto queste domande al termine della relazione svolta ieri sera, nel corso dell’incontro “Educare i figli con mamma e papà” che si è tenuto a Genova, nella cattedrale di San Lorenzo, alla presenza del cardinale Angelo Bagnasco. Morresi ha ricordato che “la maternità surrogata è la cessione di un figlio a seguito di un contratto che è stato stipulato prima del concepimento di un bambino” e che, come conseguenza di ciò, “bisogna stabilire per legge chi è la madre del bambino”. Oggigiorno, infatti, “possiamo essere in presenza di tre donne: la madre genetica, la madre gestazionale e la madre legale”. “Siamo arrivati al paradosso – ha spiegato – che mentre la legge vieta il traffico di neonati e di bambini, ossia la vendita di bambini generati in modo naturale dietro compenso”, le nuove tendenze legislative già attive in molti Paesi permettono invece “la compravendita di bambini nati, in seguito ad un contratto, tramite la fecondazione in vitro”.

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