Carcere: don Balducchi (cappellani), consigli di comunità in ogni carcere e uffici di mediazione penale in ogni diocesi

Un Consiglio di comunità in ogni carcere con detenuti e volontari, per progettare insieme il lavoro pastorale e un ufficio di mediazione penale per far incontrare le vittime con le persone che le hanno offese in ogni diocesi: sono due delle tante proposte rilanciate oggi da don Virgilio Balducchi, ispettore generale dei cappellani delle carceri, nel corso della Giornata di riflessione sull’esecuzione della pena organizzata a Roma da Caritas italiana, con un centinaio tra cappellani e operatori diocesani. Ispirandosi molto alla lettera di Papa Francesco ai giuristi penali del maggio 2014, don Balducchi ha suggerito una serie di azioni concrete che le Chiese possono mettere in atto nel carcere e fuori, per coloro che fruiscono delle misure alternative. “Come cappellani stiamo lavorando a un documento base nell’ambito della giustizia penale – ha detto – e con la Caritas si sta ragionando per un Piano nazionale di intervento, con dei finanziamenti, di cui potranno usufruire le diocesi”. Tra le azioni, che riguardano le persone e le famiglie: luoghi di ascolto della sofferenza delle vittime; operatori preparati; guide spirituali per accompagnare i cammini di perdono; accoglienza solidale nelle celle; vigilanza sui tentati suicidi; custodia dei più deboli; incontri con le persone agli arresti domiciliari; centri di ascolto per il momento dell’entrata in carcere; incontri di gruppo e personali con gli agenti di polizia penitenziaria; formazione comune. Nei rapporti con le istituzioni don Balducchi ha invitato a “fare squadra con altri attori sociali” e “puntare molto su progetti di inserimento sociale strutturalmente legati alla finanziaria nazionale e a quelle regionali”.

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