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Ue: Rutte (Consiglio ministri Ue), “serve un’Europa pragmatica, che produca risultati concreti e visibili”

Strasburgo, 20 gennaio: Mark Rutte interviene nell'aula del Parlamento europeo (foto SIR/PE)

(Strasburgo) “Siamo tutti nella stessa barca”, in questa Europa stretta d’assedio “da varie crisi e minacce, economica, migratoria, terroristica”: per questo occorre “una Ue pragmatica”, che non si arrende dinanzi ai problemi, che cerca soluzioni comuni. Ma serve anche che “gli Stati membri rispettino le decisioni assunte insieme”, ad esempio sul fronte migratorio: creare gli hotspot, trovare i fondi per i 3 miliardi da inviare alla Turchia, controllare le frontiere esterne, dar luogo ai ricollocamenti. È concreta l’Europa di Mark Rutte, classe 1967, premier liberal-conservatore dei Paesi Bassi, che in questi primi sei mesi del 2016 ricopre anche l’incarico di presidente di turno del Consiglio dei ministri Ue. Nella sede dell’Europarlamento espone la sua “idea” di integrazione europea, cita Churchill e il Congresso dell’Aia del 1948: insiste sui valori su cui si fonda la comunità, ma poi si sposta sul piano dell’attualità, per una Unione “meno burocratica”, “capace di produrre risultati che incidano nella vita dei cittadini”. Non trascura alcuni impegni della sua presidenza: anzitutto il sostegno alla ripresa economica, perché “la disoccupazione, specie quella giovanile, è un dramma insostenibile”. Poi investimenti, unione dell’energia, ricerca e innovazione. E sul referendum inglese (Brexit) sottolinea: “Il Regno Unito è un partner essenziale. Ma non dobbiamo discutere su più o meno Europa, ma di come migliorare l’Ue”.

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