Cardinale Bagnasco: “Desideriamo e preghiamo per l’unità dei cristiani”

Nel cammino ecumenico “dobbiamo imparare la dimensione della tenerezza, del rispetto nelle diversità perché gli incontri, i rapporti e le relazioni tra i cristiani delle diverse Confessioni, o sono nel segno di una tenerezza – che è rispetto e non imposizione, che si offre come arricchimento, esperienza e testimonianza di vita – o, altrimenti, sono un’ulteriore ferita più profonda”. Così il cardinale Angelo Bagnasco, arcivescovo di Genova e presidente della Cei, che ieri sera ha partecipato a un incontro organizzato in occasione della Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani presso la chiesa ortodossa romena. “È necessario – ha aggiunto – che la nostra vita sia feconda, non sterile, che faccia del bene, che lasci il segno, non per la nostra gloria ma per il bene di altri”. Questo “deve caratterizzare anche la nostra vita cristiana” e noi “siamo fecondi quando creiamo comunione, quando stabiliamo ponti, quando ricostruiamo rapporti, quando ricuperiamo le piccole cose in famiglia, sul lavoro, nella comunità cristiana, là dove siamo. La nostra vita è feconda quando siamo una presenza di comunione e non di contrapposizione, quando la misericordia di Dio si esprime in noi e questo – ha aggiunto – vale anche nel cammino ecumenico”. “Desideriamo e preghiamo per l’unità – ha continuato – ma sappiamo realisticamente che l’unità è grazia e questo ci dà fiducia e ci salva dalla presunzione” ricordando, infine, che “la dimensione della fecondità dei nostri rapporti non deve mai essere dimenticata”.

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