Vita consacrata: mons. Carballo (Civcsva), “senza misericordia la nostra vita non potrà essere credibile”

“Nelle periferie più estreme abbiamo sempre incontrato consacrati che a volte testimoniano la loro fede in Cristo Gesù e la loro vocazione in situazioni eroiche. Penso a Siria, Libia, Yemen, Terra Santa, Iraq, Iran, Myanmar, Haiti, e in molti Paesi africani”. Così monsignor José Rodríguez Carballo, segretario della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica (Civcsva), racconta su L’Osservatore Romano gli incontri con i consacrati vissuti nell’ultimo anno dal prefetto della Congregazione, il cardinale João Braz De Aviz, e da lui stesso. “Al di là delle fragilità proprie di ogni situazione umana – prosegue – sono profeti che camminano con il popolo e che vivono la diaconia del servizio, tanto in favore dei cristiani come in favore di uomini e donne di altre religioni”. Ricordando che è stato Papa Francesco a convocare l’Anno della vita consacrata e che “il Pontefice si è fatto presente nelle diverse attività programmate dal dicastero a Roma”, il segretario del Civcsva ha dichiarato che “lo stesso dicastero continuerà a proporre attività e materiale di riflessione per proseguire il cammino” essendo “nostro vivo desiderio” dare continuità a ciò che si è vissuto nell’Anno. “Stiamo preparando con molta cura l’ultima settimana – rivela mons. Carballo – che si svolgerà dal 28 gennaio al 2 febbraio. Abbiamo convocato tutte le forme di consacrazione. Il tema è ‘Vita consacrata in comunione’. Sarà una grande festa”. Per mons. Carballo, “la coincidenza del Giubileo con la conclusione dell’Anno della vita consacrata è provvidenziale”. “Abbiamo insistito nel dire che la consacrazione deve essere samaritana”, aggiunge il segretario del Civcsva, per il quale “una dimensione importante di questo aspetto è la misericordia. Senza di essa la nostra vita non potrà essere credibile”.

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