Guerra e giornalismo: Albanese (Popoli e Missione) a Copercom, “ho conosciuto i moderni lanzichenecchi”

“Nel corso della mia esperienza professionale, come giornalista missionario, ho conosciuto i moderni lanzichenecchi”. Lo scrive padre Giulio Albanese, direttore responsabile di Popoli e Missione, in un contributo per il Copercom sulla responsabilità che investe chi racconta la guerra con parole e immagini. “Ho visitato, in lungo e largo, quelle che Papa Francesco definisce periferie del mondo. In questi bassifondi della Storia contemporanea s’incontra di tutto. A parte i missionari, c’è tanta umanità dolente e poi faccendieri al soldo delle multinazionali, mercanti di pepite, ma anche i mercenari. Questi ultimi costituiscono una sorta di corporazione dell’illecito sulla quale sarebbe auspicabile riflettere”, perché “questi signori, inutile nasconderselo, rappresentano, nel loro insieme, un fattore altamente destabilizzante per i Paesi del Sud del mondo”. A riguardo padre Albanese ricorda, alla fine degli anni ’90, l’incontro a Nairobi (capitale del Kenya) con Joe, per un’inchiesta pubblicata poi sulla rivista keniana “New People”: “Mi era stato segnalato da un collega della stampa australiana che lo aveva intervistato in Angola quando combatteva come mercenario nei ranghi della famigerata Executive Outcomes (Eo)”. Aveva chiuso per sempre con “i cosiddetti ‘dogs of war’ (‘cani da guerra’), appellativo attribuito ai moderni soldati di ventura che da anni imperversano nel continente africano”, disposti “a tutto per i soldi” e con “alle spalle sempre una delusione”. Lo stesso Joe aveva perduto la moglie nel corso di una rapina.

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