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Papa Francesco: a Corpo Diplomatico, “non si può mai uccidere in nome di Dio”

“Non si può mai uccidere in nome di Dio”: “Solo una forma ideologica e deviata di religione può pensare di rendere giustizia nel nome dell’Onnipotente, deliberatamente massacrando persone inermi, come è avvenuto nei sanguinari attentati terroristici dei mesi scorsi in Africa, Europa e Medio Oriente”. È l’ammonimento del Papa, nel discorso rivolto oggi al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. “Ogni esperienza religiosa autenticamente vissuta non può che promuovere la pace”, ha esordito Francesco: “Ce lo ricorda il Natale che abbiamo da poco celebrato”, dove “il mistero dell’Incarnazione ci mostra il vero volto di Dio, per il quale potenza non significa forza e distruzione, bensì amore; giustizia non significa vendetta, bensì misericordia”. “È in questa prospettiva – ha spiegato Francesco – che ho inteso indire il Giubileo straordinario della misericordia, inaugurato eccezionalmente a Bangui nel corso del mio viaggio apostolico in Kenya, Uganda e Repubblica Centroafricana”. “In un Paese lungamente provato da fame, povertà e conflitti, dove la violenza fratricida degli ultimi anni ha lasciato ferite profonde negli animi, lacerando la comunità nazionale e generando miseria materiale e morale – ha spiegato il Papa – l’apertura della Porta Santa della cattedrale di Bangui ha voluto essere un segno di incoraggiamento ad alzare lo sguardo, a riprendere il cammino e a ritrovare le ragioni del dialogo. Laddove il nome di Dio è stato abusato per commettere ingiustizia, ho voluto ribadire, insieme con la comunità musulmana della Repubblica Centroafricana, che chi dice di credere in Dio dev’essere anche un uomo o una donna di pace”.

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