IMMIGRATI STAGIONALI: CARITAS, SOPRATTUTTO AFRICANI MA AUMENTANO RUMENI E BULGARI

Oltre alle nazionalità subsahariane, il Rapporto 2015 del "Progetto Presidio" rivela che sta sempre più emergendo la componente dei cittadini comunitari, rumeni e bulgari, in alcuni territori particolarmente coinvolti nel lavoro gravemente sfruttato. Meno rappresentate le donne (44 al 31 dicembre 2014, ma arrivate a 200 a fine giugno 2015) "non perché non vi siano – spiegano gli autori della ricerca – ma per le ancora più difficili condizioni di vita e di lavoro cui vengono sottoposte, caratterizzate spesso e in misura maggiore che per gli uomini, da segregazione, violenza, sfruttamento sessuale e persino pratiche chirurgiche (finalizzate, ad esempio, a interventi abortivi)". Mediamente le persone prese in carico dal progetto Presidio sono prevalentemente uomini giovani (20/30 anni), provenienti dall’Africa subsahariana, spesso da aree rurali dei rispettivi paesi; hanno un livello di scolarizzazione medio-basso (corrispondente alla nostra scuola elementare – media). Prima di arrivare in Italia svolgevano già un’attività lavorativa nel loro paese o in quello di transito; per arrivare nel nostro Paese il 72% ha contratto un debito, prevalentemente con persone appartenenti alla propria cerchia familiare/parentale. In Italia il debito è col datore di lavoro e con il caporale per l’anticipo di somme di denaro, per la messa a disposizione di servizi di trasporto, di ristorazione, di alloggio. (segue)” “

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