IMMIGRATI STAGIONALI: CARITAS, RUMENI E BULGARI I PIÙ "SEGREGATI"

Per il cosiddetto "lavoro stagionale" in agricoltura, "non si può più solo parlare di stagionalità", si legge ancora nel Rapporto 2015 del "Progetto Presidio" presentato oggi a Expo 2015. I dati raccolti dalla Caritas mostrano che il fenomeno è presente ormai tutto l’anno, grazie al sempre più ampio ricorso alle coltivazioni in serra e alla diffusione delle pratiche di sfruttamento in settori nascosti, in ambiti e ambienti poco visibili. Ciò avviene in particolare nel territorio del presidio di Trani, di Teggiano, di Ragusa, dove la presenza di immigrati vittime di sfruttamento lavorativo è radicata e stanziale. Preoccupa ancora di più che le nazionalità più stanziali e più segregate siano quelle di rumeni e bulgari che vivono nascostamente la loro condizione di sfruttamento. "Le nostre Caritas da anni ormai – ricorda il direttore di Caritas Italiana, don Francesco Soddu – hanno scelto di addentrarsi nella ‘Terra di nessuno’ dove diritti e legalità sembrano parole sconosciute", Di qui il Rapporto Presidio, "per aprire una finestra sulle dinamiche del fenomeno nei vari territori senza tralasciare le vicende umane dove spesso la realtà supera la fantasia". Priorità future: allargare la rete delle Caritas; coinvolgere i territori; lavorare in sinergia con le istituzioni; fare emergere il lavoro nero, grigio e le forme più gravi di sfruttamento; promuovere il tema dello sfruttamento lavorativo nelle chiese locali.” “

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