Diocesi: mons. Muser (Bolzano-Bressanone), Sinodo e “unità nella diversità”

Una seconda caratteristica che monsignor Ivo Muser, vescovo di Bolzano-Bressanone, ha sottolineato ieri pomeriggio nella cattedrale di Bressanone, concludendo ufficialmente il 2° Sinodo diocesano, è stata “l’unità nella diversità”. “Questo nostro Sinodo diocesano è coinciso con il 50° anniversario della ridefinizione dei confini diocesani – ha ricordato -. Un avvenimento, questo, che qui ha trovato un’eco minore rispetto alla vicina diocesi di Innsbruck. La variazione dei confini diocesani, stabilita 51 anni fa, ha fatto della nostra Diocesi una realtà molto più variegata. Questa varietà si è intensificata negli ultimi anni, con l’arrivo dei nuovi cittadini”. In questi anni l’Alto Adige è diventato un esempio di convivenza. “Ringrazio Dio per la convivenza pacifica che è cresciuta e che caratterizza la vita quotidiana in questa nostra terra – ha commentato il vescovo -. Per raggiungere tutto questo è stato necessario, in passato, il contributo di tante persone. E molto viene fatto ancora oggi. Le esperienze maturate in questi anni ci incoraggiano ad andare ancor più incontro agli altri, a conoscerci meglio, e a camminare insieme lungo la stessa strada”. I due anni di lavori sinodali hanno permesso di fare “una straordinaria esperienza di unità nella diversità”. “Mi auguro di cuore – ha aggiunto -, che manteniamo anche in futuro questa capacità e che continuiamo a camminare non uno accanto all’altro, ma insieme all’altro, valorizzando e avendo cura delle proprie peculiarità e costruendo insieme il Sudtirolo, che è la casa di tutti quanti noi”.

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