Pensioni: Acli, a Roma 100 giovani “vecchi” davanti a sede Inps per sistema previdenziale

Cento giovani delle Acli hanno manifestato ieri davanti alla sede centrale dell’Inps a Roma – “indossando provocatorie barbe finte e sbandierando un grande assegno da 300 euro” – per rispondere alle proiezioni del presidente dell’Inps Tito Boeri sulle prospettive di pensionamento della generazione ’80”. “Il sistema di calcolo contributivo introdotto dalla riforma Dini – si legge in una nota delle Acli – non ha saputo prevedere i fattori della crisi economica che oggi, molto più che in passato, incidono negativamente nella costruzione della propria pensione”. “Il tardivo ingresso nel mondo del lavoro”, la “forte discontinuità” nelle carriere lavorative e “la crescita troppo debole del Pil durante questi anni segnati dalla crisi” che “non è in grado di assicurare un adeguato tasso di rivalutazione del risparmio previdenziale accantonato negli anni”, fanno sì che “un trentenne di oggi potrà contare su un trattamento pensionistico non superiore al 62% rispetto alla retribuzione oggi percepita”. “Al resto – continua la nota – ci ha pensato la riforma delle pensioni del 2011 che ha stabilito un rigido innalzamento dei requisiti anagrafici e contributivi per l’accesso alle pensioni, legandoli agli incrementi della speranza di vita”. Per Matteo Bracciali, coordinatore nazionale dei giovani delle Acli, “è necessario che ci si prenda carico da subito del sistema previdenziale delle nuove generazioni” considerato che “è impensabile dare una prospettiva di vita serena a un giovane che dovrà lavorare fino a 75 anni per prendere poi 300 euro di pensione”.

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