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“Una società a bassa consistenza e con scarsa autopropulsione: una sorta di ‘limbo italico’ fatto di mezze tinte, mezze classi, mezzi partiti, mezze idee e mezze persone”. Questa la sintesi della realtà sociale italiana, che emerge nel 49° Rapporto Censis, presentato questa mattina, presso la sede del Cnel, a Roma, da Massimiliano Valerii, direttore generale Censis, e Giuseppe De Rita, presidente Censis. “Senza progettazione per il futuro – afferma il Rapporto -, la cultura collettiva è prigioniera della cronaca e del consenso d’opinione”. Ciò causa una “disarticolazione strutturale del nostro sistema. La composizione sociale è di antica e sempre più intensa molecolarità: vincono l’interesse particolare, il soggettivismo, l’egoismo individuale e non maturano valori collettivi e una unità di interessi. Crescono così le diseguaglianze, con una caduta della coesione sociale e delle strutture intermedie di rappresentanza che l’hanno nel tempo garantita. A ciò corrisponde una profonda debolezza antropologica, un letargo esistenziale collettivo, dove i soggetti (individui, famiglie, imprese) restano in un recinto securizzante, ma inerziale”.