Danimarca: referendum su giustizia, passo indietro. Rasmussen, “Scetticismo verso l’Ue”

“C’è una crisi di fiducia in gran parte della popolazione e un notevole scetticismo sul progetto europeo”: così stamane Lars Løkke Rasmussen, primo ministro danese, ha commentato i risultati del complesso referendum di ieri, in cui il 53,1% degli elettori (su 72% di votanti recatisi alle urne) ha scelto di non intensificare la cooperazione con l’Ue in materia di sicurezza e polizia. La Danimarca godeva del diritto di “opt-out”, non partecipando pienamente alle politiche europee in diversi ambiti, tra cui la giustizia. Ora la Danimarca dovrà ridefinire i suoi rapporti o addirittura lasciare l’Europol, agenzia Ue per la lotta alla criminalità. Il primo ministro e leader del partito liberale Venstra, sostenitore invece della necessità di intensificare la collaborazione per contrastare traffico degli esseri umani, cybercrimine e recupero del debito, incontrerà venerdì prossimo il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk e il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker per cercare un “accordo parallelo”. Prima però dovrà negoziare una nuova strategia con tutti i partiti del parlamento nazionale, dopo questo no all’Ue. L’obiettivo dichiarato di Rasmussen è che “non si perda la cooperazione con Europol”. “Il chiaro ‘no’ all’opt-in dell’Ue è prima di tutto una vittoria del Partito popolare danese e una sconfitta per il governo e il primo ministro Lars Løkke Rasmussen”, scrive oggi il quotidiano d’ispirazione cristiana “Kristelig Dagbladt”.

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