Danimarca: mons. Kozon (Copenaghen) ricorda Tiedemanns, “degno rappresentante del laicato attivo”

La diocesi di Copenaghen è in lutto. “Oltre a essere una perdita per la sua famiglia, Erling Tiedemanns (23 giugno 1932-26 dicembre 2015) lascia un grande vuoto nella nostra diocesi e in molti forum ecumenici e interreligiosi, e sarà difficile immaginare subito un sostituto per lui in molti contesti”: così scrive il vescovo di Copenaghen, mons. Czeslaw Kozon, riguardo la morte di Tiedemanns, un laico che ha dedicato la vita alla Chiesa cattolica danese, attraverso “una vasta gamma di attività e posizioni di fiducia”. Dal lavoro con i chierichetti, alla fondazione dell’associazione dei giovani cattolici danesi Duk, responsabile del coordinamento scolastico cattolico, poi responsabile del Centro pastorale. “Particolarmente pregevole è stato l’impegno di Erling come consigliere nella gestione dei casi di abusi sessuali nella Chiesa”, ricorda ancora il vescovo, definendolo inoltre “rappresentante efficiente e competente della nostra Chiesa nel Consiglio danese delle Chiese, nella Bible Society Board e nel forum di discussione tra cristiani e musulmani”. Tiedemans ha avuto anche una lunga esperienza politica, come militante liberale. Dopo il pensionamento è stato a Parigi per studiare teologia biblica. Nel gennaio 2013 ha lanciato il blog “Religione e politica” sulle sfide e l’interazione nel XXI secolo tra religione e politica, sia a livello nazionale sia internazionale.

“In tutti questi compiti” Erling Tiedemanns “è stato appassionato e ha messo tutto il suo zelo, la diligenza, la puntualità, la conoscenza e la dedizione”, scrive mons. Kozon. Sempre disponibile, cordiale e di un “umorismo sagace”, la “motivazione fondamentale che lo coinvolgeva, tuttavia, è stata la sua fede profonda, la pietà e l’amore per la Chiesa, della cui autorità non dubitava”. Lealtà e sano senso critico, facevano di lui “un serio interlocutore”, “degno rappresentante del laicato attivo”. Conclude Kozon: “È difficile trovare le parole per esprimere il grande grazie che come diocesi gli dobbiamo”.

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