Taizé: fr. Alois, “non dobbiamo permettere che il rifiuto dell’altro si introduca nei nostri cuori”

“Non dobbiamo permettere che il rifiuto dell’altro si introduca nei nostri cuori perché il rifiuto dell’altro è il germe della barbarie”. È questo il “messaggio” che fr. Alois, priore della comunità di Taizé, porterà ai giovani riuniti a Valencia dal suo viaggio in Siria e in Libano. “Vorrei riportare – dice – le parole forti che ho sentito in Siria. Sono le parole di un giovane. Mi ha detto: ‘Dite in Europa, dite all’incontro di Valencia che la maggioranza della popolazione in Siria ha vissuto da sempre e vuole continuare a vivere insieme, tra religioni differenti’. E questo giovane siriano ha poi concluso con tristezza: ‘Ma la nostra voce non è ascoltata. Il rumore delle armi è più forte’. È la fraternità ristabilita tra gli esseri umani, il solo cammino di futuro possibile sul quale preparare la pace, anche se questo cammino è fragile”. “La barbarie – osserva Alois – è sempre esistita. Nei Paesi occidentali abbiamo sempre pensato che fa parte del nostro passato, che è dietro di noi ma constatiamo oggi che non è così”. E aggiunge: “Noi cristiani, formiamo insieme la Chiesa visibile; ma crediamo anche che il Vangelo crea una comunione più ampia: nel cuore di Dio tutti gli esseri umani costituiscono una sola famiglia. Abbiamo pienamente accettato il pluralismo di questa famiglia umana? Se non lo abbiamo fatto, non possiamo pretendere una fraternità universale”.

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