Obiezione di coscienza: Gigli (Mpv), “un diritto che viene prima della legge”

“L’obiezione di coscienza non è un diritto concesso dalla legge ma un diritto che viene prima della legge”. Lo ha affermato Gian Luigi Gigli, presidente del Movimento per la Vita italiano (Mpv), intervenuto questa mattina a Genova a una conferenza stampa indetta in concomitanza con l’udienza prevista oggi a carico di Salvatore Felis, il ginecologo di Genova rinviato a giudizio con l’accusa di essersi rifiutato, in quanto obiettore di coscienza, di fare una ecografia a due ragazze che avevano assunto la pillola abortiva la vigilia di Pasqua del 2014. Per Gigli, infatti, “se l’obiezione di coscienza fosse una concessione della legge potrebbe eessere revocata” ma questo, ha precisato, “nei regimi democratici non può essere accettato, ed è quello che fa la differenza tra democrazia e regimi dispotici”. Gigli ha poi ricordato che, nonostante non si siano ancora registrati per il momento dati allarmanti, “dobbiamo continuare a presidiare l’obiezione di coscienza perché è un istituto continuamente sotto attacco sia nell’opinione pubblica che in alcuni disegni di legge, regionali e nazionali”. In merito al caso specifico di Genova, Gigli ha quindi precisato che “come Movimento seguiremo questo caso come seguiremo eventuali altri casi che si dovessero verificare in futuro” tanto più che, ha proseguito, “a nostro modo di vedere il rinvio a giudizio è stato un abuso” in quanto “il magistrato avrebbe dovuto scagionare il medico esattamente come ha fatto l’indagine interna dell’ospedale”.

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