Giovani e fede: Istituto Toniolo, un Dio “personalizzato”. Papa Francesco “salvatore” della Chiesa

L’idea di Dio che i giovani hanno è “personalizzata come di proprietà del singolo. La fede deve incidere sulla vita concreta e sui rapporti con il prossimo altrimenti non ha senso. Inoltre, non si conosce bene la differenza tra ‘cristianesimo’ e ‘cattolicesimo’”. E’ quanto emerge dall’indagine “Giovani e fede”, sviluppata nel 2013 a seguito del Rapporto Giovani, progetto realizzato dall’Istituto Giuseppe Toniolo di studi superiori in collaborazione con l’Università cattolica di Milano. La ricerca ha coinvolto 23 intervistatori di età compresa fra i 23 e i 30 anni e 150 intervistati distribuiti tra Nord, Centro e Sud Italia, tutti battezzati, tutti appartenenti a due fasce di età (19-21 anni e 27- 29 anni). I 150 giovani hanno risposto a domande sul loro rapporto con la fede, le loro credenze e i loro atteggiamenti nei confronti della religione, sui loro ricordi del catechismo, raccontando la loro esperienza religiosa. Dopo una prima analisi dei risultati, sono stati selezionati, tra i 150, 50 intervistati che erano credenti più convinti, avevano avuto/ha un ruolo (educatore, catechista, animatore, ecc.) nella comunità e chi si era allontanato per poi riavvicinarsi alla fede. Con essi è stato svolto un ulteriore approfondimento attraverso una seconda intervista i cui risultati sono confluiti nel libro “Dio a modo mio. Giovani e fede in Italia”, appena edito da Vita e Pensiero (2015), curato da Paola Bignardi, già presidente nazionale dell’Azione cattolica, e da Rita Bichi,ordinario di sociologia presso la Facoltà di Scienze politiche e sociali dell’Ateneo milanese. Per i giovani, i cattolici sono percepiti come “bacchettoni mentre Papa Francesco è considerato “decisivo per rinnovare il messaggio e visto come una sorta di ‘salvatore’ della religiosità e della Chiesa”.

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