Cardinale Braz de Aviz: “la Chiesa non è cammino in solitaria ma in comunione”

“Entrare nella contemplazione significherà sempre più ricreare la relazione con Dio e tra di noi”. Lo ha affermato oggi pomeriggio il cardinale João Braz de Aviz, prefetto della Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica (Civcsva), durante la presentazione della lettera “Contemplate. Ai consacrati e alle consacrate sulle tracce della Bellezza” in corso alla Pontificia Università Gregoriana. “Quando al Papa abbiamo detto che per questa lettera ci siamo appoggiati al Cantico dei Cantici lui – ha rivelato il cardinale Braz de Aviz – ci ha detto che siamo stati coraggiosi”. Per il prefetto della Civcsva, “per sperimentare Dio, anche se dobbiamo andare alla profondità della solitudine e del silenzio, è necessario sperimentare la relazione d’amore con lui”. “Davanti a Dio può darsi che questo sia anche facile, perché Dio è grande”, ha aggiunto, “ma la novità, per quanto mi riguarda, è che dobbiamo riconoscere come nell’altro c’è qualcosa di determinante per arrivare a Dio, e questo è più difficile”. “La Chiesa – ha sottolineato il cardinale Braz de Aviz – non è un cammino in solitaria ma è un cammino di comunione”. Per cui “non basta più una spiritualità individuale, è tempo di spiritualità di comunione”, ha ammonito. In questa ottica “bisognerà rivedere il rapporto uomo-donna, perché io uomo ho bisogno di te donna, e viceversa”. Così come, ha concluso “bisognerà rivedere il rapporto tra autorità e obbedienza. Il termine ‘superiore’ non esiste nel cristianesimo”. Il prefetto della Civcsva ha annunciato che la quarta e ultima lettera ai consacrati e alle consacrate sarà intitolata “Andate”.

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