Monsignor Galantino: l’uomo di oggi “chiede, senza saperlo, di essere salvato”

“Il terzo atteggiamento che il singolo credente e l’intera comunità ecclesiale, guardando a Cristo Gesù, sono chiamati a coltivare per migliorare se stessi e le realtà nelle quali sono inseriti è la beatitudine”. Lo ha evidenziato, ieri sera, monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, intervenendo in un incontro sul dopo Firenze, promosso dal Centro San Lodovico, con il vicariato del Valdarno Aretino della diocesi di Fiesole e l’Azione Cattolica diocesana, alla Collegiata di San Lorenzo a Montevarchi. “Il vocabolario oggi più in voga preferisce parlare di ‘divertimento’ – ha avvertito il presule -, scambiando la felicità per il godimento di beni immediatamente conseguibili, e che immediatamente svaniscono, in una sorta di usa e getta, che strumentalizza le persone e le cose, e induce a trattare gli altri e perfino se stessi come un oggetto, come le mentalità abortiste e eutanasiche confermano drammaticamente”. Avendo posto il soggetto al centro di tutto, “la modernità ha esaltato l’individuo sopra ogni cosa, facendone il centro del reale. Tale valorizzazione della persona umana non è sbagliata, in quanto essa è realmente – ce lo insegna la Bibbia – il centro e il vertice della creazione”. Ma “il modo in cui è stata realizzata è stato unilaterale e squilibrato, finendo per giustificare l’egoismo e il privilegio di sé, con la conseguenza di lasciare indietro tanti e creare emarginazione e nuove sofferenze. La deriva della modernità, traghettatasi in tal senso nella post-modernità, ha finito per creare e incoronare un essere umano autonomo rispetto a Dio e rispetto agli altri, individualisticamente chiuso alla trascendenza e alla relazione, lasciandolo presto solo e privo di direzione, come se la promessa della felicità gli fosse improvvisamente negata. Questo uomo chiede, senza saperlo, di essere salvato, preso per mano e accompagnato a scoprire che vi è un senso, che vi è una prospettiva di liberazione e di pace. Chiede una nuova cultura e un nuovo umanesimo, per poter impostare in modo diverso la sua esistenza”.

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