Monsignor Galantino: “il disinteresse è richiesto a chi vuole adeguare la vita a Cristo”

“Il secondo atteggiamento” richiesto “a chi vuole adeguare la propria vita e le proprie scelte a Cristo Gesù” è il “disinteresse”. Lo ha ricordato, ieri sera, monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, intervenendo in un incontro sul dopo Firenze, promosso dal Centro San Lodovico, con il vicariato del Valdarno Aretino della diocesi di Fiesole e l’Azione Cattolica diocesana, alla Collegiata di San Lorenzo a Montevarchi. “L’umiltà è disinteressata e gratuita; è libera, perché non è mossa da interessi personali, ma dalla ricerca e dell’attrazione del bene”, ha aggiunto. Non solo: “Chi ama, sconvolge e interpella chi lo incontra, in quanto assume la gratuità come stile di vita. In un mondo così assetato di una felicità che non trova, perché la cerca dove non è, solo una Chiesa capace di spingersi di là dei porti sicuri – portino essi il nome di strutture consolidate o di dottrine a prova di stringenti sillogismi – (solo una Chiesa capace di spingersi) nel mare aperto del mondo, della vita concreta delle persone e del territorio, solo una ‘Chiesa in uscita’ capace cioè di vivere così la sua missionarietà potrà farsi compagna di strada dell’uomo di oggi. E solo allora sarà la Chiesa dei veri discepoli del Cristo”, che “è disceso dal cielo, come contempliamo nel Natale, per assumere l’umano e vivere nel tempo. Egli ha voluto – potremmo dire impiegando un termine non biblico né liturgico –abitare il territorio, il che ci ricorda l’impegno di abitare, come conseguenza della fede in colui che, dal cielo, è venuto ad abitare fra noi”.

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