Monsignor Galantino: “educare a una cittadinanza responsabile”

“Un compito importante e inderogabile” è “sensibilizzare e animare la cultura, poiché dove sul piano ideale e culturale dominano logiche e idealità inconsistenti o dannose, non si riuscirà a portare le persone su una via costruttiva, solidale e umanizzante”. Lo ha sostenuto, ieri sera, monsignor Nunzio Galantino, segretario generale della Cei, intervenendo in un incontro sul dopo Firenze, promosso dal Centro San Lodovico, con il vicariato del Valdarno Aretino della diocesi di Fiesole e l’Azione Cattolica diocesana, alla Collegiata di San Lorenzo a Montevarchi. Per questo, ha sottolineato il presule, “deve mantenersi vivo il proposito di educare a una cittadinanza responsabile, sollecitando soprattutto i giovani a non lasciarsi condizionare da raffigurazioni negative e disincantate del vivere associato e dell’impegno sociale e politico, e mostrando loro tale insegnamento con l’esempio della vita”. Ha, quindi, espresso un auspicio: “Sogniamo una società nella quale l’educazione sia resa quasi superflua, per il fatto che i valori sono in essa evidenti, e risulta già immediatamente comprensibile cosa significa impegnarsi, essere cittadini, essere leali. Chi vive e cresce in un tale contesto sano, dovrebbe essere già imbevuto, come per osmosi, di questi valori. In questo mondo ideale, che cerchiamo di costruire, non dovremmo educare i più giovani con l’intendo di rafforzarli, e prepararli a inserirsi in un contesto sociale ostile, nel quale tuttavia devono essere giusti e testimoni”. Al contrario, “questi atteggiamenti virtuosi dovrebbero apparire già evidenti, perché osservati negli adulti e nelle varie dinamiche relazionali in seno alla società, capaci di veicolare cosa significhi essere uomini e donne, vivere da cittadini, comportarsi in modo onesto e impegnato. Non abbandoniamo, disillusi, questa meta alta, ma teniamola fissa davanti a noi come un obiettivo raggiungibile e da raggiungere”.

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