Profughi: Bressan (Nato Defense College Foundation), “un approccio unilaterale dei Paesi può essere catastrofico”

“Non tutti i Paesi confinanti con la Siria hanno accolto i profughi o hanno realizzato campi, i soli esempi sono limitati a forme di solidarietà e a tendopoli in precarie condizioni igieniche e umane. Nel 2014 si sono registrati dei casi di razzismo verso i profughi siriani in Libano per colpa della crisi economica e del lavoro. Il Paese stesso vive di paradossi, perché per esempio ci sono cittadine dove i profughi sono in maggioranza rispetto ai libanesi”. Lo ha dichiarato Matteo Bressan, analista del Nato Defense College Foundation, durante il convegno “Comunicare le migrazioni, sfida per l’informazione”, che si è svolto oggi a Roma promosso dall’Ucsi Lazio. “La decisione – ha aggiunto l’analista – di dare 3 miliardi di euro alla Turchia per gestire i profughi segnala un atteggiamento pericoloso da parte dell’Unione europea. Questa sfida dell’immigrazione se non è gestita con un approccio innovativo può portare al collasso e la stessa ipotesi di chiudere le frontiere è inquietante e rappresenta un passo indietro. Inoltre se non si risponde a questa emergenza umanitaria e del terrorismo in maniera unitaria si fallisce. Un approccio unilaterale da parte dei Paesi – ha ribadito Bressan – può essere catastrofico, deve essere invece globale”.

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori

Informativa sulla Privacy