Cristiani perseguitati: Riccardi, pagano il conto dei cristiani persecutori

“C’è stata violenza cristiana nella storia e i cristiani perseguitati hanno pagato il conto dei cristiani persecutori”. Lo ha detto Andrea Riccardi, storico e fondatore della Comunità di Sant’Egidio, intervenendo oggi a Roma, presso la Pontificia Università Urbaniana, alla sessione inaugurale del convegno “La risposta cristiana alla persecuzione”, promosso da “Sotto la spada di Cesare”. Riccardi ha ripercorso la storia del ‘900, definito “secolo del terrore, che pur con tanti progressi, ha visto morte e violenza: il primo olocausto del secolo, due milioni uccisi tra armeni e cristiani di lingua siriaca, i morti del terrore staliniano, gli stupri di Nanchino da parte dei giapponesi (200mila cinesi uccisi), e poi la Shoah, l’atomica, i 30 milioni di morti delle carestie cinesi, le guerre in Africa, l’Ex Jugoslavia, la Cambogia. Un secolo buio”. Tuttavia in questo buio, ha aggiunto lo storico, ci sono state luci, le storie di tanti martiri, un popolo credente che non rinuncia a vivere in modo umano”. La persecuzione, ha spiegato Riccardi, “ha toccato tutti i cristiani. Isis non chiede ai cristiani la loro appartenenza. Essi sono una minoranza da distruggere”. Il martire “non è un kamikaze, non è un suicida. Per noi cristiani il martire suicida è una contraddizione. Il martire non toglie la vita ma la dona. Lavora per la pace, per il Vangelo, per la Chiesa. Davanti alla minaccia di morte non rinuncia ma offre la vita”. “Non si buttano in azioni spericolate come i kamikaze – ha affermato il fondatore della Sant’Egidio – ma seguitano vie dell’umanità incontrandosi con il rischio della morte. Sono rimasti pur avendo paura. Non volevano perdere la vita ma non vivevano per conservare solo la loro” ha aggiunto Riccardi che ha ricordato i tanti cristiani morti e uccisi per la loro resistenza morale, come don Pino Puglisi, monsignor Romero.

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