Cardinale Koch: dialogo con ebraismo “poggia su solido terreno” ma “molte questioni ancora aperte”

“Il dialogo con l’ebraismo, dopo cinquant’anni, poggia ora su un solido terreno, poiché molto è stato realizzato in questo arco di tempo”; tuttavia “soprattutto dal punto di vista teologico, siamo solo ad un nuovo inizio: molte questioni rimangono aperte e richiedono un ulteriore studio”. Così il cardinale Kurt Koch, presidente della Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo, presentando oggi in sala stampa vaticana il nuovo Documento della Commissione per i rapporti religiosi con l’ebraismo dal titolo “Perché i doni e la chiamata di Dio sono irrevocabili”, riflessioni su questioni teologiche attinenti alle relazioni cattolico-ebraiche in occasione del 50º anniversario di Nostra Aetate. Nel richiamare l’invito di Papa Francesco – lo scorso 28 ottobre in occasione dell’udienza ai partecipanti del convegno sull’importante anniversario – al dialogo tra religioni davanti ai gravi problemi e alle sfide del tempo presente, Koch ha auspicato che “il presente documento sia ben recepito da tutti coloro che sono impegnati nel dialogo ebraico-cristiano o che ad esso sono interessati, e possa fornire loro uno stimolante spunto per la riflessione, per le conversazioni e per gli scambi futuri”. Non si tratta, la precisazione del card. Koch, “di un documento ufficiale del magistero della Chiesa cattolica, ma di un documento di studio della nostra Commissione, il cui intento è quello di approfondire la dimensione teologica del dialogo ebraico-cattolico. Il documento non vuole dunque presentare affermazioni dottrinali definitive, ma fornire uno spunto ed un impulso per ulteriori discussioni teologiche”.

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