Emergenza casa: rapporto Caritas/Sicet, aumenta il “disagio abitativo”

Il disagio abitativo in Italia ha superato la soglia dell’emergenza sociale. La casa in proprietà, che prima era un “bene rifugio”, sta diventando oggi, a causa della crisi, un “bene disagio” perchè fonte di preoccupazione nella difficoltà di pagare la rata del mutuo, l’affitto, le spese per le utenze, con conseguenze come gli sfratti e i pignoramenti. Un terzo del reddito degli italiani viene destinato alle spese per la casa, un dato in costante aumento. Per la Banca d’Italia queste cifre portano già a superare la soglia di “sofferenza economica”. È quanto emerge dal rapporto “Un difficile abitare” (Edizioni lavoro) realizzato da Caritas italiana insieme al Sindacato degli inquilini (Sicet) e alla Cisl nazionale, che sarà diffuso a partire dal 16 novembre.

Il volume – anticipato dal mensile “ItaliaCaritas” – propone un’indagine su un campione di 1000 utenti dei Centri di ascolto Caritas e degli sportelli Sicet di 15 città italiane (escludendo situazioni gravi come le persone senza dimora, i rom, i profughi): la metà delle persone che si rivolgono ai due enti (addirittura il 68,7% di coloro che chiedono aiuto alla Caritas) dichiara di incontrare grandi difficoltà a pagare l’affitto, il mutuo e le spese condominiali. Il 16% vive un problema di sfratto o pignoramento. Nel 2014 sono stati 77.278 i provvedimenti esecutivi di sfratto (+5% rispetto all’anno precedente), di cui 69.015 per morosità. Nello stesso periodo le richieste di esecuzione sono state 150.076 (+14,6%) e gli sfratti eseguiti 36.083 (+13,5%). Il rapporto presenta una serie di considerazioni sull’emergenza abitativa, con diverse proposte rivolte a interlocutori pubblici e privati. Una articolata disamina sui mali che affliggono il “pianeta casa” in Italia, mentre il mercato immobiliare registra una caduta delle compravendite (-3,4%). Risulta che il 70% degli intervistati vive in affitto. Solo il 13% ha case di proprietà. L’11% delle persone in affitto non ha un regolare contratto; al 26,6% non viene rilasciata alcuna ricevuta; il 36,6% riceve una ricevuta con un ammontare più basso. L’8,5% del campione prende in affitto solo una stanza o un posto letto, una quota non trascurabile. Il 46,2% degli intervistati vive in zone contrassegnate da criminalità e, a seguire, mancanza o carenza di aree verdi (35,9%) e di collegamenti (28,8%).

 

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