Svizzera: lettera dei vescovi, “grati per i servizi dei laici”, ma “evitare confusione di ruoli”

Nella lettera su “La collaborazione tra presbiteri, diaconi e operatori/operatrici pastorali nell’ambito della celebrazione eucaristica”, diffusa dalla Conferenza episcopale svizzera, i vescovi si dicono grati per “i preziosi servizi che in ogni settore della vita ecclesiale sono offerti da laici e in particolare da laiche”. Ma “questo sviluppo implica alcune difficoltà. Esse emergono nelle diverse diocesi con modalità differenziate”. “La Chiesa clericale, che il Concilio Vaticano II ha voluto superare rinnovando la teologia del laicato, sembra persistere”, affermano. La nuova collaborazione tra preti e laici, rispettosa dei diversi ministeri, va dunque “imparata e applicata”. “Ci troviamo nel bel mezzo di questo processo, che si attua in modalità diverse tra Svizzera tedesca, Romandia e Ticino. Questo appare più chiaramente dove forze laiche sono impiegate in modo stabile nella pastorale, con un contratto di lavoro”. I vescovi riscontrano “difficoltà nella delimitazione delle competenze e nella precisazione della propria identità”. “Una commistione dei ruoli di prete, diacono, agente pastorale laico, che qua e là si constata, non si giustifica né dal punto di vista biblico né da quello della teologia sacramentale”. Da qui un impegno rinnovato per rivedere e precisare i ruoli, così da evitare “una confusione che clericalizza numerosi laici e laicizza numerosi preti”.

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