Congresso educazione cattolica: Fiorin (Lumsa), “una scommessa sul futuro”

“Viviamo in una società della conoscenza, nella quale le informazioni sovrabbondano e sono facilmente accessibili, ma al tempo stesso vi è una grande superficialità, specie per quanto riguarda le questioni morali o di senso. Si rende necessaria un’educazione che insegni a pensare criticamente e che offra un percorso di maturazione nei valori”. Italo Fiorin, direttore della Scuola di alta formazione “Educare all’incontro e alla solidarietà” della Lumsa, ha illustrato oggi, durante la conferenza stampa di presentazione del congresso mondiale “Educare oggi e domani. Una passione che si rinnova”, la ricerca che raccoglie e interpreta le risposte fornite al questionario contenuto nell’Instrumentum laboris “Educare oggi e domani. Una passione che si rinnova”, con il quale la Congregazione per l’educazione cattolica ha interrogato i principali stakeholder sulle sfide che le scuole e università cattoliche incontrano nelle diverse realtà nelle quali operano: la sfida dell’identità, dell’educazione integrale, della formazione e la fede, delle periferie, dei poveri e delle nuove povertà.

“La principale motivazione della presenza delle scuole e delle università cattoliche – ha rilevato Fiorin – è testimoniare l’amore di Gesù agli uomini, attraverso gli strumenti della cultura e l’esperienza di vita. Anche il dialogo tra scienza e fede, al quale specialmente le università sono chiamate a dare il loro contributo, è parte dell’azione evangelizzatrice che favorisce la pace e il benessere umano. La testimonianza, intesa come coerenza di vita e passione per gli altri sentiti come fratelli dell’unica famiglia umana, è la prima forma di comunicazione e, in alcuni casi, anche l’unica forma possibile. Certamente è la forma più preziosa”. Altri aspetti importanti sono il dialogo, il servizio, l’inclusione, la speranza: “Educare è un atto di speranza, una scommessa sul futuro che si costruisce in un cammino di ricerca, di inquietudine che muove nella direzione della bellezza, del ‘tesoro nascosto’ della cui esistenza la fede ci rende sicuri”.

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