Attentato Libano: Sammak (sunniti), “crimine contro umanità. Risposta è l’unità”

“Un atto esecrabile, un crimine contro l’umanità”: con queste parole Mohammad Sammak, sunnita, consigliere politico del Gran Mufti del Libano e segretario generale del Comitato libanese islamo-cristiano per il dialogo, commenta l’attentato kamikaze di ieri nel quartiere di Beirut controllato dagli sciiti di Hezbollah che ha provocato almeno 43 morti e oltre 240 feriti. “Questi terroristi – spiega l’analista politico che è anche segretario generale del Comitato islamico permanente del Libano – devono essere fronteggiati con ogni mezzo da tutti indistintamente, non solo dai libanesi, dagli arabi o dai musulmani. Si tratta di veri e propri crimini contro l’umanità perpetrati contro gente innocente. Atti simili – aggiunge Sammak – non fanno altro che dimostrare che con questa gente non c’è alcuna possibilità di dialogare. È urgente sconfiggerli non solo a livello ideologico e religioso ma anche politico e militare”. Per raggiungere lo scopo, secondo Sammak, “è necessaria la cooperazione tra esponenti politici, militari e religiosi. Questo crimine – conclude l’analista sunnita – ha rafforzato i vincoli di vicinanza tra i libanesi, soprattutto sciiti e sunniti e tra musulmani e cristiani. Tutti uniti per fronteggiare la minaccia terroristica. L’unità è la risposta più forte a questi criminali”.

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