Aggressione antisemita a Milano: don Bettega (Cei), “condanna e solidarietà al popolo ebraico italiano”

“La condanna più forte contro ogni tipo di violenza e contro chi mette in pericolo la vita degli altri e solidarietà alle istituzione ebraiche e al popolo ebraico italiano”. Ad esprimerle è don Cristiano Bettega, direttore dell’Ufficio Cei per l’ecumenismo e il dialogo, reagendo così all’aggressione avvenuta ieri sera in viale San Gimignano, periferia sudovest di Milano, contro Nathan Graff, 40 anni, di nazionalità israeliana, genero di Hetzkia Levi, uno dei rabbini della comunità ebraica cittadina. “Sono fatti – commenta don Bettega – che ci dicono che non abbiamo alternativa al dialogo. Ancora di più l’unica via per venirne fuori è il dialogo. Esprimiamo allora la più totale disapprovazione e diciamo espressamente che non siamo d’accordo con nessuna forma di violenza e riaffermiamo che la cosa più urgente è continuare a credere nelle ragioni del dialogo”. “È chiaro – aggiunge il rappresentante della Cei – che la paura c’è e va accolta, interpretata, capita e rispettata perché è un indice sociale. Se un gruppo di persone ha paura è segno che c’è una reale motivazione per averla. Ma, nello stesso tempo, fermarsi semplicemente alla paura non è utile e non porta da nessuna parte. Dobbiamo trovare insieme un modo per andare oltre. Questo percorso non lo può fare chi ha paura né lo può fare chi non si sente coinvolto e si tira indietro nell’indifferenza, ma lo dobbiamo fare insieme”. La cosa più pericolosa sarebbe ora dire che “dialogare non serve a niente ma proprio per questo non abbiamo alternativa se non quella di continuare a sederci attorno ad un tavolo e parlarne insieme, far capire alle nostre rispettive comunità che noi ci crediamo e facciamo di tutto per crederci”.

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