Papa Francesco: udienza, “conoscenza, rispetto e stima vicendevoli” via “nei rapporti con altre religioni”

L’Incontro di Assisi del 27 ottobre 1986, voluto e promosso da san Giovanni Paolo II, una “fiamma” che, “accesa ad Assisi, si è estesa in tutto il mondo e costituisce un permanente segno di speranza”. A rievocarlo è stato oggi Papa Francesco all’udienza generale interreligiosa nel 50° di Nostra aetate. “Una speciale gratitudine a Dio merita la vera e propria trasformazione che ha avuto in questi 50 anni il rapporto tra cristiani ed ebrei – ha detto il Papa -. Indifferenza e opposizione si sono mutate in collaborazione e benevolenza. Da nemici ed estranei, siamo diventati amici e fratelli. Il Concilio, con la Dichiarazione Nostra aetate, ha tracciato la via: ‘sì’ alla riscoperta delle radici ebraiche del cristianesimo; ‘no’ ad ogni forma di antisemitismo e condanna di ogni ingiuria, discriminazione e persecuzione che ne derivano”. “La conoscenza, il rispetto e la stima vicendevoli costituiscono la via che, se vale in modo peculiare per la relazione con gli ebrei, vale analogamente anche per i rapporti con le altre religioni”. In particolare i musulmani, che ‘adorano il Dio unico, vivente e sussistente, misericordioso e onnipotente, creatore del cielo e della terra’”, venerano Gesù come profeta, onorano Maria, “attendono il giorno del giudizio, e praticano la preghiera, le elemosine e il digiuno”. (segue)

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