50° Nostra Aetate: le testimonianze dei partecipanti all’udienza generale interreligiosa (2)

“Oggi è un giorno importante”, afferma Claudio Epelman, argentino, del World Jewish Committee, al briefing odierno dei rappresentanti delle diverse religioni che hanno partecipato questa mattina all’udienza generale interreligiosa in piazza San Pietro. “Nostra aetate – ha osservato – ha realmente cambiato le relazioni tra cattolici ed ebrei” e Papa Francesco è “molto vicino alla comunità ebraica, ma dimostra grande sensibilità anche nei confronti delle altre fedi”. Da Epelman grande apprezzamento per “l’esortazione del Papa a pregare alla fine dell’udienza ognuno secondo la propria tradizione religiosa”. Dal documento Nostra aetate “emerge una grande sollecitudine per promuovere i rapporti con gli ebrei dopo duemila anni di loro demonizzazione. Una trasformazione sorprendente”, chiosa il rabbino capo, David Rosen, direttore internazionale per i rapporti interreligiosi dell’American Jewish Committee. Una comunità “condannata” e poi “definita da Giovanni Paolo II di padri e fratelli maggiori, una rivoluzione”. Papa Francesco, aggiunge, “è amico degli ebrei” e “Nostra aetate è un messaggio per noi ebrei e cristiani a lavorare insieme a livello universale per la pace, il rispetto e la dignità umana, una magnifica prospettiva”. “Quando siamo arrivati ha smesso di piovere e non credo sia stata una coincidenza”, ha detto Brinder Singh Mahon, rappresentante della religione Sikh). “La preghiera e l’esempio del Papa ci stanno davvero ispirando ad andare incontro agli altri. Si può essere religiosi solo se si è interreligiosi”.

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