Carta Nazioni Unite: Dalla Torre (giurista), “Onu, sempre più spettatore distratto”

Settant’anni fa, il 24 ottobre 1945, entrava in vigore la Carta delle Nazioni Unite, firmata da 51 nazioni. “In un mondo profondamente trasformato rispetto a quello del secondo dopoguerra, l’Onu sembra sempre più spesso uno spettatore distratto o impotente, attardato in discussioni tanto interminabili quanto non incisive, appesantito da un apparato burocratico che parrebbe pletorico, incapace di intervenire con autorevolezza, immediatezza ed efficacia nei momenti e nei luoghi di crisi”. Lo scrive il giurista Giuseppe Dalla Torre sulla rivista “Dialoghi”, analizzando “i fattori della crisi di un’idea forte”. Tra i quali evidenzia “il mancato adeguamento della istituzione – auspicato cinquant’anni fa da Paolo VI nella sua storica visita al Palazzo di Vetro di New York – alle esigenze poste dai grandi mutamenti della storia; la sua incapacità a far crescere nel proprio ambito un ethos condiviso, volto a darle un’anima; un’ambigua esperienza nell’ambito dei diritti umani”. Risulta “carente” anche “il diritto di libertà religiosa, violato per sette su dieci cittadini del mondo, senza un adeguato impegno di contrasto da parte (anche) delle Nazioni Unite”. Oggi, conclude, “con problemi incombenti e interrelati, sembra imprescindibile un ripensamento delle strutture istituzionali e delle forme d’azione delle Nazioni Unite; un ripensamento assistito”, però, “da un ‘salto di qualità’ a livello etico, politico e giuridico”.

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