"In una società complessa e pluralista – spiega Giraldo – come quella attuale la diversità sociale, culturale e religiosa è una sfida per le nostre comunità ecclesiali e di conseguenza anche per le sale della comunità. Il cinema, ma anche il teatro, sono strumenti formidabili per conoscere e per entrare in contatto con culture e religioni diverse dalle nostre. La tolleranza non è più sufficiente. È necessario passare al l’accoglienza e al riconoscimento reciproco". Sia tra gli attori politici, che si trovano attualmente a gestire problemi legati alle società sempre più plurali, sia tra gli scienziati, che si sforzano di trovare strumenti sempre più adeguati ad esaminare queste realtà dinamiche, si sente la necessità modi di incontro e metodi interpretativi che catturino la mutevolezza di identità composite. In questo contesto il cinema, e più in generale il mondo dell’audiovisivo, si rivelano essere strumenti politici e scientifici sempre più importanti. L’immagine cinematografica e televisiva, inoltre, rappresenta un veicolo di modelli di conoscenza e di comportamento, oltre ad offrire frequenti occasioni di alimentare o mettere in crisi versioni stereotipate o politicamente corrette dell’altro da sé. E in questo senso, il cinema stesso non può fare a meno della "diversità".” “