Chiesa e migrazioni: mons. de Raemy (Svizzera), un posto comune per la preghiera

Un posto comune per la condivisione e la preghiera. Un ambiente multiculturale. E nella Chiesa nessuno è straniero. Queste le tre condizioni espresse questa mattina dal vescovo ausiliare di Losanna-Ginevra-Friburgo, monsignor Alain de Raemy, intervenendo alla tavola rotonda all’interno del convegno delle Missioni cattoliche italiane in Europa promosso dalla Fondazione Migrantes e in corso a Brescia. Il vescovo, dopo aver ricordato la sua esperienza di migrazione, ha spiegato che oggi occorre essere presenti, svizzeri e italiani residenti nel Paese elvetico, con un’unica missione che si realizza in una Chiesa "comune" dove "nessuno è straniero". È una sfida – ha aggiunto mons. De Raemy – che va affrontata. In Svizzera le Missioni cattoliche italiane vengono viste, purtroppo ancora oggi, come "stranieri ai quali si dà in prestito una sala, una chiesa. Questo è sbagliato. Nessuno è straniero nella Chiesa". Gli italiani non sono in "transito" in Svizzera ma sono persone che vivono nel territorio elvetico insieme ai cittadini originari di questo territorio in un ambiente multiculturale ed ha ricordato come 13 missionari italiani sono rimasti in Svizzera dopo aver lavorato a fianco delle Missioni cattoliche italiane.” “” ” ” “

© Riproduzione Riservata

Quotidiano

Quotidiano - Italiano

Territori

Informativa sulla Privacy